Non ci riesco. Dovrei scrivere il nuovo articolo del blog ma non ci riesco.
Lo so, c’erano guerre anche prima della settimana scorsa. Guerre dimenticate, guerre tribali causate da disperazione, povertà, dalla mancanza di alternative. Guerre dove si uccide per vendicare i familiari uccisi, in una catena di odio difficile da spezzare.
Questa guerra è diversa. Ci ha fatto risvegliare in un mondo antico, dove il capo di una nazione, per soddisfare le sue manie di grandezza e senza aver subito particolari torti, può decidere di invadere il paese vicino, mobilitando 100.000 soldati, come fossero pedine su una scacchiera, e provocando distruzione e morte.
Mi fa pensare che l’umanità, presa nella sua interezza, sia ancora in una fase primitiva.
Una fase in cui ancora combattiamo tra di noi, invece che unirci in uno sforzo comune per superare i problemi che esistono anche senza la guerra.
Malattie, povertà, calamità naturali, disuguaglianze sociali, non bastano? Dobbiamo creare ulteriori sofferenze con il solo scopo di spostare i confini di una nazione?
Dove potremmo essere a questo punto? Che società avremmo potuto costruire se avessimo cominciato realmente a collaborare su degli obiettivi comuni a livello globale?
In questi giorni continuo a pensare alle parole scritte da Carl Sagan commentando la foto che ritrae la Terra vista dai confini del sistema solare.
La foto è stata scattata dal sonda Voyager 1 nel 1990 ed è conosciuta con il nome di pale blue dot poiché la Terra appare come un pallido puntino blu nell’immensità dello spazio (vedi Wikipedia, Pale Blue Dot).
Carl Sagan ha scritto:
Pensa ai fiumi di sangue che quei generali e imperatori hanno versato con lo scopo di diventare per un momento, nella gloria e nel trionfo, i padroni di una frazione di un puntino. Pensa alle infinite crudeltà inflitte dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti di un qualche altro angolo a malapena distinguibili, a quanto frequenti sono le loro incomprensioni, a quanto impazienti sono di uccidersi a vicenda, a quanto è fervente il loro disprezzo.
[…]
Il nostro pianeta è un granello solitario, avvolto nel grande buio del cosmo. Nella nostra oscurità, in tutta questa immensità, niente ci suggerisce che da qualche parte possa arrivare un aiuto per salvarci da noi stessi.
[…]
Forse non c’è dimostrazione migliore della follia dell’arroganza umana di questa lontana immagine del nostro minuscolo mondo. Per me sottolinea la nostra responsabilità di comportarci più gentilmente l’un l’altro, e di proteggere e amare il pallido punto blu, l’unica casa che abbiamo mai conosciuto.
Carl Sagan, Pale Blue Dot: A Vision of the Human Future in Space – 1994.
Penso che queste parole siano il modo migliore per capire l’assurdità di questa guerra, di tutte le guerre.