Al momento stai visualizzando Sfere di Dyson e la regola d’oro di Carl Sagan

Grazie a recenti osservazioni astronomiche è tornato alla ribalta l’argomento delle sfere di Dyson. Vediamo cosa sono e a cosa è dovuto questo nuovo interesse.

Sfere di Dyson

Le sfere di Dyson sarebbero delle gigantesche strutture costruite da civiltà aliene attorno a una stella. Queste costruzioni avrebbero lo scopo di ottenere grandi quantitativi di energia raccogliendola da quella emessa dalla stella.

Il primo che ipotizzò l’esistenza di queste strutture fu il filosofo e scrittore di fantascienza Olaf Stapledon in un racconto pubblicato nel 1937.

Anni dopo l’idea fu resa famosa dal celebre fisico Freeman Dyson. In un suo articolo del 1960 egli considerò questo tipo di strutture il modo più naturale col quale una civiltà estremamente avanzata avrebbe potuto soddisfare le sue esigenze energetiche.

Egli ipotizzò che queste strutture si potessero osservare grazie a due indizi:

  • una variazione periodica della luminosità della stella causata dal passaggio della sfera di Dyson davanti alla stella
  • l’emissione di onde elettromagnetiche nell’infrarosso causata dal riscaldamento della struttura. Queste emissioni renderebbero lo spettro elettromagnetico della stella diverso dal quello di stelle analoghe non circondate da sfere di Dyson.

Negli anni seguenti sono state ipotizzate molte diverse forme geometriche per questo tipo di strutture, sciami di Dyson, bolle di Dyson, anelli di Dyson.

La nostra tecnologia attuale è lontana dalla possibilità di costruire anche solamente piccole versioni di queste strutture, ma altre civiltà potrebbero già aver costruito qualcosa del genere.

Sfere di Dyson sui giornali!

Negli ultimi anni un paio di osservazioni astronomiche hanno avuto una certa copertura mediatica perché, tra le varie ipotesi messe sul tavolo per spiegare alcuni strani fenomeni, è stata presa in considerazione anche la presenza di sfere di Dyson.

Il caso più interessante è quello della stella chiamata KIC 8462852 o stella di Tabby, lontana 1280 anni luce. La stella, non visibile a occhio nudo, era già stata scoperta nell ‘800 ma le sue strane proprietà non erano state notate.

Tra il 2009 e il 2013 il telescopio spaziale Kepler ha monitorato la luminosità di moltissime stelle cercando prove dell’esistenza di pianeti extrasolari. Dopo un po’ di tempo questi dati furono analizzati in un progetto di citizen science e venne notata una strana variabilità nella luminosità della stella di Tabby.

La stella presenta delle piccole oscillazioni di luminosità su scala giornaliera e delle diminuzioni di luminosità molto più grandi su intervalli di mesi.

In questi periodi la sua luminosità può diminuire anche del 22%. È una percentuale molto alta considerato che Giove, il pianeta più grande del sistema solare, oscurerebbe circa l’1% della stella di Tabby.

Le variazioni di luminosità della stella di Tabby dal 2 maggio al 4 ottobre 2017

Per questo motivo alcuni hanno suggerito che questi sbalzi di luminosità siano dovuti alla presenza di una gigantesca struttura aliena.

Il SETI Institute ha puntato le sue antenne radio in direzione della stella ma non sono stati rilevati particolari segnali anche se la stella è così lontana che eventuali segnali alieni sarebbero estremamente deboli da ricevere.

Anche l’emissione negli infrarossi causata dal riscaldamento della struttura non è stata osservata.

Per adesso tuttavia anche le possibili cause naturali ipotizzate non convincono completamente gli scienziati.

La spiegazione più plausibile sembra essere la presenza di una grossa nuvola di detriti causati dall’impatto tra un pianeta e un asteroide.

La probabilità che si tratti veramente di una sfera di Dyson sono molto basse, non dobbiamo cadere nella trappola di credere in qualcosa solo perché è la spiegazione che ci piace di più!

La regola d’oro di Carl Sagan

Qualcosa di simile accadde quando per la prima volta furono osservate le stelle pulsar. Era il 1967 e tra le varie spiegazioni possibili del loro emissioni elettromagnetiche che oscillano in modo estremamente regolare, furono tirati in ballo anche gli alieni.

Poi, in breve tempo, fu chiaro che il segnale era dovuto a un fenomeno naturale.

Dobbiamo fare tesoro delle esperienze passate e tenere sempre presente la regola d’oro resa celebre da Carl Sagan: affermazioni eccezionali richiedono prove eccezionali.

Carl Sagan vicino a un modello del lander Viking.

Un giorno forse avremo prove più convincenti e potremo dire di aver avvistato una civilizzazione aliena.

Per il momento non abbiamo niente di più di una strana variazione della luminosità di una stella, non certo una prova eccezionale per un’ipotesi così particolare.

EnricoDeg

Vivo a Verona e insegno matematica e fisica in un liceo cercando di far comprendere agli studenti la bellezza e l'utilità delle materie scientifiche. Precedentemente ho lavorato per 12 anni nel settore della finanza occupandomi di risk management, modelli stocastici per il pricing di derivati e applicazioni IT in ambito bancario. I miei interessi comprendono gli scacchi, il go, la chitarra, la pallavolo, lo snowboard e ovviamente scrivere e leggere di matematica e fisica!

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